Il presupposto per la realizzazione del murales è stato quello di utilizzare una tecnica e un mezzo espressivo che appartenessero al contemporaneo, sfruttando un “espediente”antico e cioè il trompe l’oeil. Da sempre l’inganno della terza dimensione ha catturato l’interesse dello spettatore. Ogni forma d’arte ha come punto di partenza il disegno, come idea ma anche come mezzo di indagine e conoscenza.
L’indiscusso genio universale, Leonardo Da Vinci è stato il fulcro intorno al quale è partita la nostra idea. La scelta è caduta sull’uomo vitruviano, per la sua assoluta riconoscibilità ma anche come simbolo della centralità dell’uomo portata all’estremo. All’estremo perché tale posizione lo ha portato ad essere artefice della sua trasformazione che rischia di divenire in negativo irreversibile. Nel nostro dipinto l’uomo appare dentro la sfera terrestre immerso nel suo elemento vitale, l’acqua. L’inganno percettivo sarà dato dal vecchio muro sul quale il foglio si sovrappone. Il sacchetto nero di rifiuti, posto “a terra” sulla destra, sta a simboleggiare la poca attenzione, ormai diffusa, per l’arte, la bellezza e la natura, la cecità con la quale rischiamo di naufragare.
Prof. Eugenio Siniscalchi, prof.ssa Nuccia Vassallo.