Il Laboratorio Teatrale dell’IISS “De Sanctis” presenta “LE NUVOLE” di Aristofane
S. Angelo dei Lombardi – Auditorium
22 maggio 2014 ore 17:00
Palazzolo Acreide (SR) – Teatro Greco
29 maggio 2014
Palinuro (SA) – Antiquarium
02 giugno 2014
Note di regia
Le Nuvole rappresentano l’opera in cui Aristofane abbandona quasi del tutto la satira politica per lasciare spazio alla polemica contro i sofisti e contro Socrate. Ai suoi occhi essi sono i distruttori degli ideali tradizionali e degli antichi costumi, sono i rappresentanti dei tempi nuovi, dei mutamenti che corrompono le sane abitudini del passato.
Da qui nasce lo scontro generazionale tra il protagonista Strepsiade e suo figlio Fidippide. Strepsiade è un vecchio contadino, attratto dalle manie moderne per colpa di una moglie aristocratica, cittadina e spendacciona, è un padre affettuoso ma amareggiato e deluso, sempre volto ai problemi pratici ed alle questioni di tutti i giorni. Il suo rude buon senso, sottolineato da una recitazione che fa sentire la cadenza dialettale irpina, si trasforma in incredulità, sconforto e rabbia nella scena finale dell’incendio appiccato al Pensatoio. Socrate presenta una serie di caratteri paradossali, è l’emblema dello spirito innovatore, il simbolo di ciò che l’autore voleva colpire. Egli appare come uno stralunato, un disadattato, così come i suoi discepoli, alienati, esaltati, intenti ad indagare astruse assurdità. Le Nuvole, cui il filosofo è devoto, sono un vero e proprio personaggio: ambiguamente si presentano come fenomeni naturali, nuove dee delle false speculazioni socratiche, figurazioni fantastiche o sarcastiche legate alla vita della polis, agenti divini, ministre di Zeus. Tali sfaccettature sono state rese attraverso il canto lirico, il recitativo, il parlato che esprime le sfumature di pensiero nei diversi momenti dell’azione. I movimenti di danza, cui il tessuto e le nuances dei costumi conferiscono leggerezza, inconsistenza e bellezza esaltano l’originalità del coro di questa commedia. Nella prima parte della parabasi si è scelto, con una più drastica rottura dell’illusione scenica, di dare la parola direttamente all’autore, Aristofane, il quale rimprovera gli spettatori, colpevoli di non aver saputo apprezzare in precedenza quella che lui definisce “la migliore delle mie commedie”. Tra i personaggi emerge ancora Fidippide, giovane rampollo viziato, aristocraticamente diverso dal padre anche nel modo di parlare, tutto preso dalla passione per i cavalli e incurante dei danni che può provocare agli altri. Egli diventa alunno modello dei sofisti, prima nello scontro con i creditori, all’interno de quale si è scelto di caricare comicamente il personaggio del testimone, poi nello scontro finale con il padre. Spiccano poi i due Discorsi, allegorie sì ma talmente vivaci da risultare due figure reali. L’Ingiusto, giovane, ribelle, scanzonato, esalta la nuova educazione che si basa sull’idea del vantaggio e del godimento personale; il Giusto, anziano, amareggiato e indignato, contrappone la moralità antica, l’educazione vecchio stile e lo fa esprimendosi in un linguaggio con cui si fa comicamente il verso ad uno stile di vita passato di moda che, drammaticamente, non riesce con le sue buone maniere ad attrarre le nuove generazioni.
La scenografia presenta le due dimore dei protagonisti, scenicamente vicine ma distanti tra loro; viene utilizzata inoltre una scala che consente l’apparizione di Socrate ed una sorta di “giaciglio mobile” (sormontato da cuscini e tirato da funi alle due estremità) che rappresenta il materasso su cui Strepsiade si impegna invano nella ricerca di idee fraudolente e inganni di ogni sorta.
La riduzione del testo ha previsto l’eliminazione di riferimenti a personaggi e situazioni del tempo, nella convinzione che essi sarebbero stati di difficile comprensione da parte del pubblico. Qua e là lo spettatore potrà cogliere fugaci richiami alla realtà odierna che, proprio in quanto inseriti nel tessuto di un testo antico, produrranno un singolare “effetto sorpresa”.
L’intera rappresentazione, della durata di sessanta minuti, viene esaltata da un commento musicale originale composto ed eseguito dal vivo da un alunno del nostro Liceo, appassionato cultore dell’arte. I ventotto giovani attori si sono impegnati nella messa in scena di una commedia particolare, diversa, di grande impegno paideutico trovando nella socializzazione dell’esperienza, un’ulteriore occasione per interiorizzare il messaggio culturale del teatro greco.